Nella seconda parte dell'articolo viene analizzato un caso reale relativo alla progettazione di un viadotto interagente, mediante fondazioni superficiali, con terreni alluvionali recenti caratterizzati da bassa resistenza, notevole eterogeneita' tessiturale, meccanica e dinamica; in pratica, un caso tipico di amplificazione sismica locale complicata da una risposta differenziata lungo l'asse strutturale longitudinale.
In tale progetto sono stati dapprima utilizzati i metodi di analisi 1DÂ esposti nella prima parte dell'articolo e successivamente un modello 2D sviluppato dallo scrivente in originale, al fine di coglierne le differenze in termini di determinazione dello spettro di accelerazione in uscita al suolo a sua volta costituente il segnale di ingresso nei calcoli strutturali.
I risultati sono stati eclatanti, poiche' da una parte hanno consentito una corretta progettazione strutturale di un'opera perfettamente agibile e dall'altra hanno evidenziato il ventre molle dell'intero metodo di analisi basato sul contenuto spettrale dell'accelerogramma reale utilizzato; in altre parole, le stesse norme che invocano l'utilizzo di registrazioni reali conducono a discrepanze metodologiche fondate sui modi di vibrazione propri del sisma che influenzano in maniera determinante la risposta sismica locale.
PARTE II: UN VIADOTTO RISONANTE