altEstratto dalla tesi “Studio geotecnico e termico di un impianto geotermico a sonda verticale a bassa entalpia” discussa dall’Ing. Rocco Manzi all’Università di Padova – relatore Prof. Ing. Marco Favaretti; in questa terza ed ultima parte è trattato il problema delle vibrazioni indotte nel sottosuolo durante le fasi di installazione delle sonde al variare della distanza dalla sorgente.

 
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L’energia geotermica è il calore derivato dalla terra contenuto nelle rocce o nei fluidi che circolano nelle fratture e nei pori all’interno della crosta terrestre. Queste risorse possono essere classificate come risorse a bassa temperatura ( 150 °C) e gli usi di tale risorsa sono ovviamente funzione della temperatura alla quale la essa è disponibile.
In genere, le sorgenti ad alta temperatura sono sfruttate per la produzione di energia elettrica; al contrario, nel caso di risorse a media e bassa temperatura si può pensare ad un utilizzo “diretto” della risorsa, oppure ad un suo sfruttamento all’interno di impianti di potenza in un ottica meno “diretta” poiché richiede l’ausilio di apparecchiature secondarie per la captazione dell’energia contenuta nel fluido geotermico.
Al fine di ottimizzare il rendimento di utilizzo della risorsa geotermica, il ricorso ad una metodologia “a cascata” permette di sfruttare al meglio i salti entalpici disponibili alle varie temperature di fine lavoro all’interno delle apparecchiature.
In seguito alle conferenze di Rio (1991) Kyoto (1997), l’Unione Europea si è impegnata a ridurre le emissioni complessive di gas serra di almeno l’8% entro il 2008 – 2012 ed attualmente solo l’energia geotermica ed idrica si presentano sulla scena come valide candidate alternative.

Romolo Di Francesco
www.romolodifrancesco.it

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