Durante gli ultimi giorni del mese di febbraio una lingua di aria fredda polare insinuatasi sui Balcani ha emesso un nucleo depressionario che si è posto in rotazione dirigendosi verso l'area basso tirrenica (da: www.meteogiornale.it); il vortice ha così iniziato a convogliare considerevoli masse di aria umida marittima sull'Italia, specie centro-meridionale. Il successivo aggiramento della barriera appenninica ed il richiamo di correnti nord-orientali ha permesso, nei primissimi giorni di marzo, lo sviluppo di fenomeni precipitativi di prolungata consistenza nelle Marche ed in Abruzzo causando diffusi smottamenti, allagamenti, esondazione dei fiumi, ingenti danni alle infrastrutture ed alle proprietà private e pubbliche e, purtroppo, anche vittime.

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Non è mia intenzione fare un mero elemento dei danni, tantomeno dell’inutile retorica sulla necessità di salvaguardare l’uso del territorio; voglio solo evidenziare, tra i tanti danni che ho potuto osservare in prima persona, il danneggiamento (forse) irreparabile di un antico ponte ad arco. Un pezzo della nostra storia recente che scomparirà per sempre.
Nella mia lunga esperienza nell’analisi dei danneggiamenti strutturali non mi era mai capitato di osservare il cedimento della pila centrale di un ponte ad arco di oltre 80 centimetri, che ha causato anche una distorsione strutturale verso monte.

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A questo punto vorrei solo invitare i visitatori del mio sito a lasciare un commento, un suggerimento, con la speranza di giungere alla definizione di un’idea che potrebbe essere presentata alla Provincia di Teramo proprietaria del ponte. Forse in questo modo, pur nell'ormai cronica assenza di finanziamenti, un collegamento viario importante potrebbe essere riaperto in breve (!) tempo. Posso solo aggiungere che possiedo informazioni sulla stratigrafia a pochi chilometri a valle del punto in oggetto, con presenza di ghiaie intergiditate con limi dello spessore di circa 12 metri.
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Commenti   
0 #1 RE: Danni ad un antico ponte ad arco: che fare?ing. Luigi 2011-04-19 14:16
Un tentativo di sollevamento si potrebbe fare iniettando resine espandenti sottofondanti di cui hai pubblicità nel sito. Anche se 80 cm. mi sembrano proprio tanti. Intanto un contatto con lo staff tecnico della/e ditta/e specializzate con tale tecnologia potrebbe senz'altro aprire qualche orizzonte di risoluzione. L. Vertucci
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0 #2 RE: Danni ad un antico ponte ad arco: che fare?ing. Luigi 2011-04-19 14:29
quanto meno bloccare e consolidare la situazione attuale e successivamente accertate, se non conosciute già, le dinamiche di sito per prendere decisioni di ripristino anche più costose; naturalmente dopo opportuna indagine economica costo-benefici. A risposta negativa di quest'ultima, animo in pace consegnando tutto alla storia ed alla natura, unica e sola proprietaria.
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0 #3 RE: Danni ad un antico ponte ad arco: che fare?Romolo 2011-04-20 17:54
ciao Luigi, prima di entrare nel merito del metodo mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi ingegneri sulla possibile "riabilitazione " del ponte. voglio dire: un ponte ad arco con una pila abbassata di 80 cm, al di la del metodo utilizzato per il sollevamento, è recuperabile? la deformata visibile anche dalla documentazione fotografica sembrerebbe indicare tale strada ...
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