altQuando nel 1975 l'Edizioni C.E.L.I di Bologna pubblico'Fondazioni superficiali, profonde e speciali (titolo originario: Les fondations et reprises en sous-oeuvre, Eyrolles Editeur - Parigi) io avevo 10 anni; oggi (2014) sono prossimo ai 50 e da quel tempo molte innovazioni sono state introdotte nell'edilizia.
Perche' sono interessato a questo testo, facente parte della mia libreria? Ma perche' in esso ho (ri)trovato una descrizione accurata dei metodi di consolidamento dei terreni di fondazione tramite resine espandenti, le stesse resine che a partire dagli anni €˜90 sono state reintrodotte nel campo dei consolidamenti fondali. Ma veniamo al dunque.

I metodi descritti sono due: la silicatizzazione e la cementazione.

Escludendo la seconda, che appartiene al campo dei jet-grouting, secondo gli autori (Robert Bertin e Claud Gasc) la silicatizzazione consiste nel far precipitare silicati alcalini instabili con un sale non alcalino. In questo modo si ottiene un precipitato di silice gelatinosa che fa presa ed indurisce.
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Nel libro sono descritte anche le tecniche di iniezione ad alta pressione delle due soluzioni, per mezzo di un tubo metallico di 25 millimetri di diametro la cui profondita' dipende dall'obiettivo che si vuol ottenere (si vedano le due figure relative a fondazioni superficiali e profonde).
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Il paragrafo chiude con la descrizione delle resine organiche, o prodotti organici polimerizzabili senza l'intervento della silice, del tipo:

  1. resine acrilammidiche e formoliche;
  2. generici prodotti nuovi che sembrano rispondere all'esatta descrizione delle moderne resine espandenti.
Mi sia consentita una provocazione: se le ditte italiane specializzate nel settore avessero posseduto il mio stesso libro avrebbero potuto proporsi sul mercato molto prima; inoltre si sarebbero anche risparmiate i soldi che hanno dovuto investire in prestigiosi enti di ricerca per brevettare le proprie resine.
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