QUALE FATTORE DI SICUREZZA ADOTTARE NELLE ANALISI DI STABILITÀ GLOBALE?
- 23 giu 2014
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 25 mag
Nonostante le norme tecniche nazionali sono sempre state chiare sull’argomento sin dal DM 11 marzo 1988 (quando il mondo era governato dalle tensioni ammissibili), ancora esistono tecnici di differente estrazione professionale ed enti preposti all’accettazione delle pratiche edili che ritengono che il fattore di sicurezza nelle analisi di stabilità globale debba essere sempre maggiore di 1,3.
Il problema mi è poi posto quasi settimanalmente attraverso il mio sito, come nel caso dell’ultimo messaggio inviatomi da un ingegnere che si è trovato la seguente frase in una relazione geologica:
“L’analisi di stabilità ha evidenziato sistematicamente fattori di sicurezza inferiori ad 1,3 a dimostrazione che mancano i presupposti per considerare stabile il sito ai sensi delle NTC necessitando, pertanto, di interventi di stabilizzazione”.
Nell’articolo che segue,
(pubblicato nel Magazine Dario Flaccovio: http://magazine.darioflaccovio.it/2014/06/17/quale-fattore-di-sicurezza-adottare-nelle-analisi-di-stabilita-globale/ e scaricabile a fondo pagina in formato pdf),
il problema viene inquadrato in maniera organica giungendo a definire quali sono i limiti imposti dalle normative tecniche e come impostare le relazioni specialistiche (geologiche e geotecniche) per superare quella che definisco una semplice leggenda metropolitana.
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