Troppe tasse, poco lavoro e niente tutela: come la politica ha impoverito noi tecnici
- 20 ott 2014
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Nel mio sito mi sono sempre occupato della tecnica, ma non di noi tecnici. Per una volta ho deciso di cambiare registro, perche' la politica degli ultimi decenni ci ha progressivamente impoveriti.

Cento anni fa la classe operaia lavorava 14-16 ore al giorno e non era affatto tutelata. I tecnici appartenevano all'elite. Oggi tutto e' rovesciato e lo dice il figlio di un operaio che ha scelto di studiare per diventare un tecnico, per diventare geologo.
Dopo le lotte degli anni '60, la classe operaia e' ora ampiamente tutelata: lavora 8 ore al giorno, ha diritto ad un salario fisso, alle ferie pagate, alla liquidazione, alla cassa integrazione, allo sciopero e puo 'contare sull'assistenza dei sindacati. A mio suocero, oramai scomparso, il sindacato ha anche offerto l'assistenza legale gratuita.
Sia chiaro: sono contento per loro. Se lo meritano.
Noi tecnici lavoriamo 10-14 ore al giorno senza alcuna tutela, paghiamo uno sfracello di tasse e dobbiamo anche litigare (spesso nei tribunali a nostre spese) per essere liquidati. Al momento, tra cause civili e ricorsi al Tar ho intentato 4 procedimenti, tutti a mie spese. Dubito di poterne sostenere un quinto per far valere le mie ragioni.
Abbiamo responsabilita' civili e penali che gravano sulle nostre spalle e, per chi non lo sapesse, anche sui nostri eredi solo perche' andra' a loro l'appartamento dove viviamo.
Non esistono piu' le parcelle (sostituite da una bieca guerra al ribasso) e non esiste il diritto allo sciopero, perche' lo faremmo contro noi stessi. Di contro, non esiste alcuna legge che consente di assumere l'operaio che offre il salario piu' basso.
Due pesi, due misure.

Se la crisi colpisce altre categorie, o se le stesse sono colpite da una calamita' naturale, si invocano i sussidi statali. Per i tecnici non esiste nulla di tutto cio', cosi negli ultimi anni i miei introiti provenienti dalla libera professione sono progressivamente diminuiti fino a dimezzarsi. Ma per taluni e' anche peggio, com'e' peggio per i giovani ingegneri, architetti, geologi e geometri che trovano enormi difficolta' ad inserirsi nel mondo del lavoro, in quello che e' diventato una vera e propria jungla dove ci sbraniamo gli uni con gli altri.
Siamo a tre pesi e tre misure.A conti fatti, rapportando gli introiti alle ore di lavoro scopro di guadagnare meno di un operaio.
Massimo Petralia, un collega ed amico siciliano, mi ha scritto: "E' molto triste svolgere il lavoro piu' bello (almeno da parte mia) e fare di tutto per farlo odiare al proprio figlio"..
Il mio ha deciso di studiare economia e commercio. Vorra' dire che lo studio professionale che ho costruito e mantenuto con lacrime e sangue finira' con me.
Dimenticavo: gli operai non devono attrezzare e mantenere uno studio professionale. E se partecipano a corsi di formazione, non lo fanno a proprie spese.
I pesi e le misure salgono a quattro.
Qualcosa va cambiato ed anche subito, a partire dagli ordini professionali che devono rivendicare maggiori diritti per gli iscritti, garantire tutela legale e far ripristinare le maledette parcelle.
....I have a dream, disse qualcuno nel 1963.
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