Ciao Romolo, se ricordi sono un assiduo frequentatore del tuo sito nonché tra i primi iscritti al forum. Seguo con interesse le tue pubblicazioni ed apprezzo il tuo spirito di condivisione. Leggo dal tuo libro Geotecnica un sistema per calcolare la coesione non drenata da prove TRX-CU. La procedura che indichi è a pagina 154 e ti sarei grato se mi potessi aiutare nel calcolare il rapporto tra la coesione non drenata e la pressione di cella applicata per tutti i provini (equazione 2.91), al fine di addivenire alla determinazione della coesione non drenata operativa come tu l'hai indicata. Ti allego il pdf dei certificati emessi dal laboratorio. Un sincero ringraziamento ed un a-risentirci dopo l'acquisto del tuo nuovo libro.
Geol. M.P.
Ciao M. e ben risentito. Ordunque, mi ci è voluta circa un'ora per capire la prova perchè non mi pare per niente conforme alle metodologie tipiche delle triassiali consolidate non drenate. Ma veniamo al dunque analizzando la seguente figura estratta dal pdf che mi hai inviato.
Innanzitutto il terreno è sovraconsolidato poiché, anche se non conosco la formazione dalla quale è stato prelevato, l'andamento della sovrappressione interstiziale è indicativo di tale stato fisico. Non farti ingannare dall'andamento diverso rispetto alla mia figura 2.40: sono modi diversi di rappresentare lo stesso comportamento. Ciò, però, significa che il rapporto che tu cerchi non corrisponde più alla mia equazione 2.91 ma alla 2.94 che ti impone di cercare il valore di OCR il quale, a sua volta, può essere ottenuto solo da una edometrica. In ogni caso, il rapporto tra la coesione non drenata e la pressione di cella rappresenta pur sempre la pendenza della retta di rottura e, pertanto, puoi sempre utilizzare la pendenza grafica per derivarti la coesione non drenata operativa in funzione dello stato tensionale che prevedi. Ma ci sono alcuni problemi e per chiarirli occorre ripartire dalla figura 2.39 del mio libro modificata per renderla più completa. Nel libro non l'ho fatto per ovvie esigenze di praticità.
Ordunque, nella figura in alto trovi (per soli due provini): il percorso TSP completo (rettilineo), in quanto dipendente dalla back-pressure e dalla pressione interstiziale iniziale; il percorso TSP meno la pressione interstiziale (sempre rettilineo e traslato verso sinistra) ed infine il percorso ESP (curvilineo) che conduce il provino a rottura in condizioni non drenate. Domanda: dove sono questi ultimi nei certificati che ti hanno rilasciato? Non solo: come ha potuto il laboratorio interpretare la prova in funzione degli TSP-u0 quando la condizione di rottura è fornita solo dall'inviluppo degli ESP? È come se avessi voluto interpretare la prova relativa alla figura 2.39 (grafico in basso derivato da una prova reale svolta da me) tramite la retta tratteggiata di colore rosso che ho sovrapposto nella figura in alto (grafico inferiore).
Se vedi, ora, la terza figura, relativa ad una prova reale eseguita presso l'ultimo laboratorio che ho diretto, trovi il comportamento che mi sarei atteso nel tuo caso e la conseguente metodologia di interpretazione (al di la delle eventuali aberrazioni nei singoli provini). E di fatti trovo una retta di inviluppo della resistenza di picco (in nero) ed una competente alla resistenza ultima del terreno (in ciano), laddove quest'ultima deve fornirmi una coesione efficace praticamente nulla per i motivi che spiego nel libro. In sostanza sono perplesso, anche perché l'interpretazione delle prove è ora affidata al progettista, come stabilisce il DM 14.01.2008, e non al laboratorio. A presto Romolo DF
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