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QUALE COMBINAZIONE UTILIZZARE PER I CEDIMENTI IMMEDIATI

Aggiornamento: 25 feb 2023

Gentile dottor Di Francesco, in primis complimenti per il suo sito, ricco di contenuti tecnico-scientifici e di elevato spessore culturale sotto il profilo ingegneristico e geotecnico più in particolare. Stavo consultando il suo sito ed in particolare il foglio Excel per il calcolo dei cedimenti elastici di fondazioni nastriformi. Ho notato che ha valutato i cedimenti (elastici) adottando la combinazione SLE di tipo frequente. Come noto e saprà senza dubbio meglio di me, tale combinazione viene adottata per i cedimenti sostanzialmente reversibili (quali quelli che si possono avere in una trave d'acciaio appoggiata, soggetta a carichi molto bassi, molto al di sotto del carico di snervamento; rimuovendo il carico esterno, l'elasticità del materiale riporta a zero la freccia (fenomeno reversibile). Le terre non danno, come sappiamo, mai recupero elastico della deformazione (sia se questa è di tipo immediato e/o di lungo termine, a seconda della natura fine o grossa della miscela terrosa e delle condizioni idrauliche in cui la terra trovasi (drenate o non drenate)); il cedimento del terreno e' tipicamente un cedimento irreversibile, quindi Le suggerisco di modificare il Suo foglio adottando una combinazione SLE di tipo raro al posto di quella frequente, cioè quella di cui alla formula (2.5.2) del par. 2.5.3, NTC 2008; e quindi ridenominare la locuzione CEDIMENTO ELASTICO con la locuzione CEDIMENTO IMMEDIATO, che credo più appropriata e meno ambigua soprattutto chi di meccanica delle terre ne san ben poco (molti periti e geometri che incontriamo quotidianamente, spesso in Tribunale!) Infatti la combinazione rara è quella solitamente consigliata per analizzare cedimenti tutt'altro che elastici. Spero di essere stato propositivo al fine di dare un contributo infinitesimo e disinteressato al già Suo pregiato sito.

Cordialità. Ing. B.C.




Buongiorno Ingegnere, dobbiamo innanzitutto considerare che anche i terreni, come qualunque altro materiale non organico, manifesta una curva sforzi-deformazioni elastoplastica tale da implicare sempre la presenza della fase elastica. Ora, il problema è tutto incentrato sulla storia geologia pregressa (che si traduce nella storia tensionale) che conduce verso terreni normalconsolidati e sovraconsolidati tale che:

  • nel primo caso la soglia di snervamento è davvero molto bassa, ma è pur sempre possibile sollecitare il terreno rimanendo in campo elastico;

  • nel secondo caso la soglia di snervamento assume la connotazione di molte centinaia di chilopascal, tale che la costruzione di un edificio di parecchi piani non sollecita la fase plastica ma fa rimanere il terreno in campo elastico (i dettagli fisico-matematici li trova nella collana "la geotecnica del III millennio").


Ciò premesso, la combinazione SLE frequente è quella che deve essere utilizzata per i calcoli dei cedimenti immediati (o elastoplastici),


mentre la combinazione SLE quasi

permanente è afferente i cedimenti dovuti alla consolidazione. Badi bene che tali affermazioni non sono arbitrarie, ma discendono da un'analisi condotta da Aurelio Ghersi e me sulla scorta delle variazioni semiprobabilistiche delle sollecitazioni nell'ambito della vita utile nominale della struttura in analisi, i cui risultati sono stati spiegati nei vari corsi di formazione tenuti assieme e sono contenuti nel programma SuperFond per l'analisi delle fondazioni superficiali agli SLU ed SLE.

La saluto cordialmente Romolo dF




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