Da alcuni anni a questa parte ricevo una media di una trentina di messaggi al giorno, inviatimi dai visitatori del mio sito, con richieste di tutti i tipi: analisi di lesioni, soluzioni di problemi tecnici, ecc.; rispondo a tutti, ma solo i messaggi più interessanti sono inseriti nella pagina “L’esperto risponde” affinché possano costituire una riserva a cui attingere per problemi analoghi.
Ultimamente sono subissato da domande (e complimenti) sul mio ultimo libro, “Manuale avanzato di Meccanica delle Terre”, da tecnici che l’hanno comprato e da coloro che vorrebbero comprarlo ma si sentono traviati dalla mole di informazioni provenienti da Internet (ed in particolare da Facebook) non sempre coerenti tra loro e non sempre onesti con i web argonauti.
Cominciamo col precisare che il titolo è stato scelto dall’editore quando, dopo due anni di stesura, ha potuto vederne i contenuti ed ha constatato che nel panorama nazionale ed internazionale non esiste un libro simile. Per quale motivo?
Perché, finalmente, vi ho potuto introdurre la soluzione esatta della teoria della consolidazione di Terzaghi (1936) che ho scoperto nel 2010 e che, pubblicatami da una rivista internazionale di matematica applicata nel 2013, fa di me il primo al mondo ad averla risolta.
Ma andiamo con ordine nell’analizzare i contenuti del libro (tenuto conto che ogni capitolo è corredato da esempi di calcolo svolti e casi di studio).
1) Il capitolo 2 dedica quasi 200 pagine agli stress-paths (molti dei quali sviluppati da me nell’ultimo decennio), con i quali è possibile analizzare (e prevedere) il comportamento di qualunque struttura geotecnica e geologica, superare i problemi connessi con la bassa resistenza di alcuni tipi di terreni (evitando inutili dispendi economici), sapere quale criterio di snervamento adottare e a quale prova di laboratorio e/o in sito ricorrere; in pratica fornisce un filo logico che consente una corretta progettazione geotecnica tenuto anche conto dell’oramai diffuso utilizzo di programmi di calcolo.
2) Il capitolo 2 tratta in maniera esauriente anche la meccanica dei fronti di scavo e delle opere di sostegno; in esso sono spiegati, ad esempio, i modi per progettare fronti di scavo autosostenuti eliminando le opere di sostegno sia temporanee che permanenti; sono evidenziati i limiti delle teorie che fanno fallire i codici di calcolo implementati nei software e sono spiegati i metodi per superarli.
3) Il capitolo 3 dedica 170 pagine allo studio delle prove di laboratorio, evidenzia i pregi e difetti di ciascuna di essere, insegna ad interpretarle correttamente, a riconoscere gli errori tipici dei laboratori e a derivare i parametri fisico-meccanici in funzione dell’interazione terreno-struttura a sua volta connessa con gli stress-paths.
4) Il capitolo 4 è rivolto alle prove in sito, utilizzando il medesimo schema che analizza le prove di laboratorio: quasi 100 pagine di stato dell’arte.
5) Il capitolo 5 tratta, in 150 pagine, la teoria della consolidazione, le soluzioni storiche approssimate, la mia soluzione esatta e le sue applicazioni che consentono di superare il vecchio concetto di “condizioni non drenate” e “condizioni drenate”; come faccio vedere con vari esempi di calcolo, è ora possibile perfezionare l’interpretazione delle prove edometriche nonchè seguire l’evoluzione nel tempo della resistenza al taglio di un terreno, della stabilità di un fronte di scavo o di una fondazione o analizzare i problemi in campo 2D e 3D. Infine compendio i metodi di analisi della consolidazione con il metodo degli elementi finiti.
6) Il capitolo 6 codifica, infine, il comportamento dei terreni ed introduce i primi elementi sui legami costitutivi sperimentali.
In sintesi, ogni libro di geotecnica precedente al mio manuale avanzato è diventato improvvisamente obsoleto.
romolo df
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