Gentile sig. Romolo,
sono una sua concittadina e spero che Lei possa aiutarmi nel risolvere un problema che mi sono posta. Il 18 gennaio 2017 si sono verificate diverse scosse sulla faglia di Montereale in presenza di molta neve. Dalla lettura di un suo articolo ho dedotto che quella faglia, in quanto ubicata nel settore tirrenico dell'Appennino, è di tipo distensivo ovvero le parti che la compongono si allontanano. Le vorrei chiedere se l'attività sismica è dipesa proprio dal freddo, ossia se il freddo avendo fatto contrarre le rocce può averne favorito l'allontanamento e di conseguenza l'attivazione della faglia.
MC (Teramo)
Gentile MC,
le scosse di cui parla in presenza del cospicuo manto nevoso rappresentano soltanto una casualità; purtroppo l'argomento non è banalizzabile in quanto richiede l'introduzione delle funzioni armoniche quali soluzione dell'equazione di Laplace per i cui dettagli devo necessariamente rimandare al mio libro Introduzione alla Meccanica delle Terre, dove ho già affrontato e risolto il problema. Provo a semplificare il concetto.
In presenza di condizioni stazionarie il campo termico è indipendente dalle proprietà termofisiche del mezzo (in questo caso delle rocce), mentre in condizioni di regime variabile dipendono da queste ultime attraverso la diffusività termica; nel libro che le cito ho proposto e sviluppato una soluzione dell'equazione di Laplace costituita da due termini espressi in funzione della diffusività termica:
una funzione cosinusoidale capace di simulare la propagazione del calore nelle rocce tramite un'onda termica;
una funzione esponenziale di smorzamento dell'onda termica.
La seconda funzione si è resa necessaria perchè è ovvio che una sorgente termica (positiva di riscaldamento e negativa di raffreddamento) posta in superficie non può manifestarsi in maniera costante del sottosuolo, ma diminuisce i propri effetti con la profondità fino ad estinguersi del tutto. Quindi, ho usato la mia soluzione per verificare qual è la profondità di risentimento termico nel sottosuolo associata alle variazioni diurne, stagionale ed infine ai grandi cambiamenti climatici che più volte si sono verificati in Italia nell'ultimo milione di anni.
Come può vedere dalla sintesti che ho estratto dal mio libro, le variazioni diurne e stagionali manifestano risentimenti termici nelle rocce limitati a pochi metri di profondità; allo stesso modo, tenuto conto che gli epicenti di cui parla si sono verificati a diversi chilometri di profondità, emerge che neanche i grandi cambiamenti climatici del passato possono aver influito sull'attività sismica attraverso le variazioni termiche indotte nelle rocce.
La saluto cordialmente
Romolo DF
Comments